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La testuggine terrestre: ma come si fa con questo letargo?

All’ordine dei Cheloni appartengono le testuggini (terrestri e d’acqua dolce)  e le tartarughe (cosi si chiamano soltanto quelle dell’ambiente marino). Il termine tartaruga, di maggiore diffusione nel linguaggio comune oramai si utilizza anche ai Cheloni terrestri e d’acqua dolce.

Dal punto di vista evolutivo vengono considerati tra i tetrapodi di maggior successo, in quanto da duecento milioni di anni a questa parte sono rimasti immutati,.

Vengono classificati in due sottordini , distinti  tra loro sulla base di alcuni criteri morfologici tra cui il più importante ed evidente è la capacità di retrazione della testa al’interno del carapace.

La vita dei rettili in cattività risulta influenzata dal rispetto da parte dell’allevatore delle caratteristiche ambientali , nutrizionali e dei parametri fisiologici fondamentali.

Tra le principali esigenze di allevamento fanno parte la costituzione del terrario o acqua terrario (temperatura, umidità, illuminazione, i materiali utilizzati per l’arredo) e l’alimentazione.

L’incostanza o addirittura il mancato rispetto di uno solo di questi parametri fondamentali può portare a gravissime conseguenze che a volte diventano incompatibili con la vita.

Quando mi viene portata a visita una testuggine che sia palustre o terrestre, l’80% di queste ha un problema in base gestionale mentre il restante 20 % solitamente e’ dovuto a traumi (cadute, taglia erba, aggressioni da parte del cane di casa ecc.).

Gli argomenti su questi splendidi rettili sono veramente innumerevoli,   ma visto il periodo ci soffermeremo sul letargo invernale.

Iniziamo nel dire che non tutte le specie di testuggini  fanno il letargo e che per entrare in ibernazione una tartaruga deve essere in piena forma fisica.

In cattività esistono vari modi per far affrontare  il letargo ai nostri rettili : letargo all’aperto (dotare la recinzione di svariati rifugi coperti) letargo controllato ( temperatura tra 2 e 9 °C generalmente una cantina, un garage, un sottoscala, una soffitta  o comunque un luogo non riscaldato artificialmente), letargo in frigorifero (diffusa nei paesi freddi dove le temperature possono scendere di diversi gradi sotto lo zero; i frigoriferi  che riescono a mantenere le temperature  di 5° C piu o meno 2 gradi, possono offrire un ottimo rifugio).

Il risveglio inizia quando la temperatura ambientale raggiunge circa i 10° C, il metabolismo basale si riattiva andando a ripristinare tutte le funzioni generali compreso il sistema immunitario.

Appena uscita dal letargo, però,  la testuggine è debole, sensibile alle infezioni  e spesso le cattive condizioni gestionali possono causare dei veri e propri blocchi intestinali.

Quando una testuggine in natura entra in letargo , circa una settimana prima inizia a non nutrirsi, facilitando lo svuotamento intestinale.

In cattività un errore comune è quello di mandare in letargo i rettili “a stomaco pieno” . 

Questa condizione porta alla formazione di boli alimentari cosi secchi da comportarsi come  corpi estranei  a  causa di un  eccessivo riassorbimento di acqua durante i mesi di ibernazione.

La prima cosa da fare al risveglio delle nostre tartarughe è cercare di farle reidratare e permettere cosi di espellere le tossine .

Bisogna prendere il rettile, adagiarlo in un contenitore contenete un film d’acqua tiepida (non deve superare il piastrone) per permettere sia l’idratazione che facilitare così l’urinazione e di conseguenza l’espulsione delle tossine accumulate.

Le tartarughe dovrebbero riprendere ad alimentarsi entro una settimana dal risveglio, se ciò non dovesse accadere saremo di fronte ad una condizione patologica che prende il nome di anoressia post letargo.

Questa situazione è opportuna che venga trattata da un Medico Veterinario che tratti animali non convenzionali, in quanto deve essere seguito un iter diagnostico anche con esami ematici per valutare l’entità dei danni avvenuti prima e durante la fase di letargo.

In genere con le cure adatte compresa l’alimentazione forzata tramite sondino gastrico, la testuggine riprende ad alimentarsi spontaneamente e può essere rimessa nel suo ambiente.

dott. Simone Di Mauro

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